Quei penosi viaggi sugli oceani
E per letto “una cuccia di cane”
Teodorico Rosati, ispettore sanitario, così descriveva uno dei tanti viaggi dell’epoca: “Accovacciati sulla coperta, presso le scale, con i piatti tra le gambe, e il pezzo di pane tra i piedi, i nostri emigranti mangiavano il loro pasto come i poveretti alle porte dei conventi. E’ un avvilimento dal lato morale e un pericolo da quello igienico, perché ognuno può immaginarsi che cosa sia una coperta di piroscafo sballottato dal mare sul quale si rove-sciano tutte le immondizie volontarie ed involontarie di quella popolazione viaggiante”.
La traversata in tale condizioni, era una vera e pro-pria avventura che durava dai 25 ai 30 giorni, talvolta anche di meno, e dipendeva dalle navi di Lazzaro come venivano definite queste “carrette del mare”, dove si viveva in condizioni di sovraffollamento incredibile, tutt’altro che umane, con i naufraghi all’ordine del giorno. Il costo del viaggio era tutt’altro che trascurabile. Un’indagine svolta nel 1892 da Agostino Bertani, nell’ambito dell’inchiesta agraria Jacini sulle condizioni nelle campagne, svelò che un contadino della Basilicata, che con il suo duro lavoro guadagnava giornalmente non più di una lira, dichiarò d’averne dovute pagare ben 235 all’agente per l’organizzazione del viaggio per l’emigrazione.
Il viaggio, specie nei primi anni del fenomeno migratorio, costituì per molti un’esperienza molto dura, se non addirittura traumatizzante per alcuni. Tra gli episodi luttuosi verificatesi in quegli anni, oltre ai numerosi naufragi ci limitiamo a segnalare i 18 morti del piroscafo Matteo Bruzzo per mancanza di viveri nel 1888, e l’anno successivo i 27 emigranti deceduti per asfissia sul piroscafo Frisca. “Quei viaggi penosi sugli oceani” come vennero definiti da La Domenica del Corriere […].
Secondo Teodorico Rosati “l’emigrante si sdraia vestito e calzato sul letto, ne fa deposito di fagotti e valigie, i bambini vi lasciano orine e feci, i più vi vomitano”. Dopo qualche giorno ogni letto è “una cuccia di cane”.
(da www.rivisondoliantiqua.it)